Tag

, ,

Si diceva l’altro giorno che purtroppo quasi sempre, nella vita, occorre che il padre muoia perché i figli si adeguino alla sua paternità. Prima, quando è vecchio e loro sono “adulti” (si fa per dire) al massimo lo trattano da “nonno saggio”, come è stato infelicemente ripetuto molte volte anche per Benedetto XVI. Poiché si tratta di una costante del comportamento umano, è inutile lamentarsene e vale la pena piuttosto usare bene del contraccolpo, non solo emotivo ma anche cognitivo, della sua scomparsa. La morte del padre (insieme al matrimonio e alla nascita dei figli, per chi si sposa e ne ha) è una delle tappe capitale dell’esistenza, forse lo snodo più importante nel nostro cammino per farci uomini. Dopo che il padre se n’è andato, il figlio costruisce la sua propria paternità anche come risarcimento postumo di ciò che, quand’era soltanto un figlio, gli è mancato e gli ha fatto mancare.

Tutti noi siamo stati, chi più e chi meno, “cattivi studenti” alla scuola di Joseph Ratzinger – Benedetto XVI. Per questo, l’altro giorno mi è venuto in mente che la cosa da fare ora, nella chiesa, sarebbe quella di istituire tante “cattedre Ratzinger”, intese non come altisonanti e pomposi omaggi accademici, ma come scuole popolari in cui, finalmente, si lavora e si mette a frutto il suo magistero. Qui, nel nostro piccolo, se ne vorrebbe aprire una, di queste scuole. Una scuola piccolina, naturalmente. Diciamo una scuola elementare; anzi, forse meglio, un corso di recupero per studenti svogliati e un po’ zucconi, che quando c’era il docente in cattedra non hanno ascoltato le lezioni né fatto i compiti a casa.

Le iscrizioni sono sempre aperte; non si paga niente; è ammesso anche sonnecchiare nell’ultimo banco, ma la partecipazione attiva è gradita e incentivata.

Se la “comitiva dantesca” volesse diventare anche un po’ ratzingeriana, le si potrebbero riconoscere anche un bel po’ di crediti formativi (come usa adesso). È vero che stiamo ancora frequentando l’istituto Dante Alighieri, dove l’ultimo anno è il più impegnativo e non si sa quando finiremo: vorrà dire che, finché non avremo completato il corso, di lezioni alla Ratzinger se ne terranno poche. Vorrei però che cominciassimo subito, perché il kairos è adesso.