Ieri il consiglio permanente della conferenza episcopale tedesca si è occupato della spinosa e delicatissima questione della comunione eucaristica ai protestanti, su cui la congregazione per la dottrina della fede era recentemente intervenuta con un documento che era sembrato a tutti molto chiaro e fermo nell’indicare una linea di condotta ben diversa da quella “aperturista” caldeggiata da molti vescovi tedeschi e avversata da altri (che si erano per l’appunto rivolti a Roma per chiedere se la piega che stava prendendo la loro conferenza episcopale fosse legittima).
Una volta si diceva Roma locuta causa finita. Altri tempi, d’accordo. Però sarebbe lecito aspettarsi che un pronunciamento ufficiale della congregazione per la dottrina della fede, esplicitamente approvato e sottoscritto dal papa, contasse qualche cosa.
Leggo su Vatican Insider che – stando al comunicato ufficiale – nella riunione di ieri il cardinale Marx, presidente della Deutsche Bischofskonferenz e membro del consiglio dei nove cardinali che coadiuvano il papa nella riforma della curia romana, quindi un personaggio di primo piano nell’attuale dirigenza della chiesa cattolica, «ha informato il Consiglio Permanente sui colloqui avuti a Roma», durante i quali, «in un incontro con Papa Francesco ha potuto chiarire che la lettera della Congregazione per la dottrina della fede del 25 maggio 2018 fornisce indicazioni e un quadro di interpretazione», che «il testo non è un documento della Conferenza Episcopale, dato che contiene anche una dimensione universale», e che «il testo come orientamento è nella responsabilità dei singoli vescovi».
Non volendomi fidare ciecamente del pur autorevole sito che riportava questa notizia, ho voluto controllare il testo originale, che dice proprio così:
«Der Vorsitzende der Deutschen Bischofskonferenz hat den Ständigen Rat über seine Gespräche in Rom informiert. In einer Begegnung mit Papst Franziskus konnte er klären, dass
- der Brief der Kongregation für die Glaubenslehre vom 25. Mai 2018 Hinweise und einen Interpretationsrahmen gibt,
- der Text nicht als Dokument der Bischofskonferenz erscheint, da es auch um eine weltkirchliche Dimension geht,
- der Text als Orientierungshilfe in der Verantwortung der einzelnen Bischöfe liegt».
In buona sostanza, tolti gli orpelli, Marx riferisce ai suoi colleghi di aver chiarito a papa Francesco che la lettera della congregazione non conta nulla. Sarà anche colpa del tedesco, che, quando è così assertivo, risveglia in tutti i non tedeschi brutti ricordi, ma l’impressione è questa. A nessuno fa problema, una cosa del genere?
(E pensare che qui proprio ieri ci chiedevamo se si può criticare il papa! Marx è su un altro pianeta: altro che criticare, spiega lui al papa che cosa deve fare dei suoi stessi documenti. Magari qualcuno potrebbe dire che «konnte er klären» non va inteso come «ha potuto mettere in chiaro [al papa]», ma «ha potuto appurare [dal papa]»: temo però che sarebbe solo una pia e devota foglia di fico.