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Dal mio bucanino, e con «la veduta corta d’una spanna» che posso avere io, quello che ci hanno fatto vedere ieri da Washington mi sembra più che altro un trappolone in cui Trump, per sua stoltezza, è caduto (o per meglio dire si è ficcato). Qualcosa che, tuttavia, appartiene più all’ordine della rappresentazione che a quello della realtà.
Temo che la realtà sia che quel paese è ormai radicalmente diviso, e certo non da ieri, né da quando Trump è apparso all’orizzonte della politica, come una certa vulgata sostiene. La divisione prende le mosse da molto lontano, probabilmente è il frutto di un lavoro scientemente condotto per decenni, a partire dal mondo accademico, dei media e poi delle scuole e di tutte le agenzie della cultura di massa. Innestandosi sulle contraddizioni oggettive di una società profondamente complessa e segnata da fortissime diseguaglianze sociali, ne ha distrutto l’identità culturale. Forse è arrivato il momento di prendere atto che gli Stati Uniti non sono più uniti da niente. Se questo fosse vero, la loro sorte sarebbe segnata, poiché, come dice Gesù, «se un regno è diviso in se stesso, quel regno non può reggersi; se una casa è divisa in se stessa, quella casa non può reggersi» (Mc 3,24-25). E almeno questa è una certezza, perché l’ha detto Lui, che le cose le sa.
Si dirà che questo è il normale destino di tutte le potenze mondane (neanche l’impero romano è durato per sempre, perché dovrebbe farlo quello americano?) e dunque bisogna prendere la cosa con filosofico distacco, però non riesco ad essere così imperturbabile. Detto tutto il male che è giusto dire dell’imperialismo americano, infatti, un’altra delle poche umane certezze che ho (benché non fondata sul vangelo, questa volta) è che l’imperialismo cinese è stato, è e sarà infinitamente peggiore. E non si vede chi mai, nel mondo attuale, voglia e possa opporvisi. Il “mondo virale” di oggi (virale di un virus cinese, non lo si dimentichi mai) è già un mondo cinese. Per una significativa coincidenza, mentre stavamo tutti a guardare lo spettacolo inscenato a Washington, a Hong Kong si svolgeva – senza televisione, come è ovvio – la realtà di una maxiretata di oppositori al regime.
Una rapida occhiata alla mia speranza di vita può bastare a tranquillizzarmi circa il fatto che non farò in tempo a vedere gli esiti del processo in atto, però ho dei figli e dei nipoti e mi dispiace per loro. Sarà dura, ma un giorno cadrà anche l’impero cinese, se Dio vuole, però «chi persevererà sino alla fine, sarà salvato» (Mt 24,13). Anche questo l’ha detto Gesù, che le cose le sa.
sircliges ha detto:
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zezzag ha detto:
Sono totalmente d’accordo. La considerazione anagrafica è anche una mia costante .
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Maria Cristina ha detto:
Trappolone per Trump teso dai dem con la compilcita’ di alcuni repubblicani , che definire vili e’ un eufemismo.
Fra i cosiddetti fans di Trump che abbiamo visto , alcuni palesemente improbabili con corna da bisonte , altri stile hippy con tatuati falce e martello, molti agenti provocatori , ingaggiati apposta per rendere ridicola e biasimevole la protesta civile di molti sostenitori “ normali” di Trump, i cosiddetti provincialoni, donne e bifolchi. Quando la si butta in “ caciara” vuol dire che si vuol far fallire qualcosa.
Intanto zitti zitti gli israeliani nella notte hanno bombardato Damasco.
Notizia che non sara’ riportata da alcun telegiornale.
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IMMATURO IRRESPONSABILE ha detto:
La fine del PCI, in Italia, razionalmente, sarebbe dovuta coincidere colla vittoria dei suoi contendenti; al contrario, gli eredi di quel partito morto hanno deciso, di fatto, la fisionomia sociale, culturale e, in larga parte, morale del nostro paese (tralascio le vicende del berlusconismo, fenomeno assurdo e infine favorevole alla sopravvivenza di quella sinistra che doveva sconfiggere!). Su una scala maggiore ciò è accaduto agli USA; la fine dell’ “impero” sovietico ha causato quella crisi, tutta interna come dice giustamente il professore, della quale oggi approfitta il dragone confucian-comunista. C’ è una sola ragione plausibile per tutto ciò, in gran parte coincidente colla diagnosi fatta, comunismo vivente!, da Augusto Del Noce: il programma politico-economico del comunismo è un contenitore transeunte di un’ essenza più “antica”, e cioè l’ immanentismo secolarista, principalmente anti-cristiano. E tale essenza ha vinto, proprio quando quel contenitore veniva smesso. Attenzione, però, girando qui e là tra i siti più legati alla tradizione, vedo montare una cultura “complottista” irrazionale e a-critica assai preoccupante; non esistono ” centri” cospiratori, esistono certamente forze potenti secolariste anti-cattoliche, che tuttavia non potrebbero ottenere nulla se si trovassero di fronte un popolo di cristiani fedeli (non eroi, nè tutti santi, solo un po’ più fedeli) alla propria “Cresima”, se cattolici.
P.s. è mia opinione che, se solo fosse stato meno spavaldo a proposito del Covid, Trump avrebbe potuto vincere; i suoi risultati in economia e in politica estera gli erano propizi. E adesso ci tocca la Kamala.
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Ubi humilitas, ibi sapientia. ha detto:
“ne ha distrutto l’identità culturale”.
Sull’identità nazionale posso essere d’accordo; con “culturale” no, “cultura” e “americano” sono un ossimoro.
Il “collante” (o identità che dir si voglia) della società americana sono il denaro e il potere, e lo straccetto che sventola davanti alle case americane.
L’america è nata ed è “protestante”, e come tale antagonista di “Roma” (ovvero tutto ciò che era dominato dai cattolici), e sempre come nuova “Roma” ha voluto e vorrebbe affermarsi, segno ne è quel loro parossistico invocare “benedica”.
Benedizione che mai è venuta, e mai verrà credo (e spero!).
Non hanno radici né cultura, né mai radici e cultura cresceranno da quelle parti.
A livello religioso, meglio i cinesi che l’annuncio di Cristo non l’hanno mai ricevuto e sono potenziali cattolici, popolo da evangelizzare; che dei protestanti americani che il Cristo e la Chiesa lo conoscevano e se ne sono fatti “scismatici”.
Chiudo con una considerazione geografica: Il sole sorge sempre ad oriente…
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Maria Cristina ha detto:
“Non potrebbero ottenere nulla se si trovassero di fronte un popolo di cristiani fedeli ”
Camillo Langone sull Foglio :
Il virus lo ha svelato: quando lo stato ha reso inaccessibili le chiese e sprangato i musei le reazioni sono state flebili, inudibili, perché le chiese non contano più niente, e i musei non hanno mai davvero contato niente, nella vita delle persone. Il famoso popolo sovrano ha ampiamente dimostrato che delle chiese e dei musei può fare benissimo a meno: al famoso popolo sovrano è bastato rimanesse aperto Amazon. Altro che culto e cultura, gli italiani vivono tranquillamente di solo pane, non hanno orizzonte diverso da pane e affini (pizza, pasta, panettone…).
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Vanni ha detto:
Da cestinare, se inopportuno
Capisco il senso della parola “bucanino”, ma non l’avevo mai mai sentita dire.
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leonardolugaresi ha detto:
È probabile che sia un romagnolismo. Da noi si dice, a preferenza di “buchino” o “buchetto”. Forse in Toscana si impiegehrebbe anche “bucolino”, che è di molto grazioso, ma qui non si usa punto.
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Vanni ha detto:
Ringrazio per la risposta e apprezzo i toscanismi manzoniani.
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