So che non sta bene citarlo. So che tra poco in Italia potrebbe essere un reato. Infatti lo cito adesso, sperando che valga ancora il principio di irretroattività dell’azione penale (Ma chi lo sa: se Zan può modificare l’art. 21 della costituzione, stabilendo che la manifestazione del pensiero è libera solo “purché non” e poi lo decide il giudice se potevi o non potevi manifestare il tuo pensiero, c’è caso che possa modificare anche l’articolo 25 …). So che molti, anche in casa mia, vorrebbero far finta di niente, cambiare discorso e parlar d’altro, un po’ come si fa quando un bambino o un demente dice qualcosa di sconveniente in società.
Però san Paolo esiste, e nel primo capitolo della Lettera ai Romani, scrive questo:
«Io infatti non mi vergogno del Vangelo, perché è potenza di Dio per la salvezza di chiunque crede, del Giudeo, prima, come del Greco. In esso infatti si rivela la giustizia di Dio, da fede a fede, come sta scritto: Il giusto per fede vivrà. Infatti l’ira di Dio si rivela dal cielo contro ogni empietà e ogni ingiustizia di uomini che soffocano la verità nell’ingiustizia, poiché ciò che di Dio si può conoscere è loro manifesto; Dio stesso lo ha manifestato a loro. Infatti le sue perfezioni invisibili, ossia la sua eterna potenza e divinità, vengono contemplate e comprese dalla creazione del mondo attraverso le opere da lui compiute. Essi dunque non hanno alcun motivo di scusa perché, pur avendo conosciuto Dio, non lo hanno glorificato né ringraziato come Dio, ma si sono perduti nei loro vani ragionamenti e la loro mente ottusa si è ottenebrata. Mentre si dichiaravano sapienti, sono diventati stolti e hanno scambiato la gloria del Dio incorruttibile con un’immagine e una figura di uomo corruttibile, di uccelli, di quadrupedi e di rettili. Perciò Dio li ha abbandonati all’impurità secondo i desideri del loro cuore, tanto da disonorare fra loro i propri corpi, perché hanno scambiato la verità di Dio con la menzogna e hanno adorato e servito le creature anziché il Creatore, che è benedetto nei secoli. Amen.
Per questo Dio li ha abbandonati a passioni infami; infatti, le loro femmine hanno cambiato i rapporti naturali in quelli contro natura. Similmente anche i maschi, lasciando il rapporto naturale con la femmina, si sono accesi di desiderio gli uni per gli altri, commettendo atti ignominiosi maschi con maschi, ricevendo così in se stessi la retribuzione dovuta al loro traviamento. E poiché non ritennero di dover conoscere Dio adeguatamente, Dio li ha abbandonati alla loro intelligenza depravata ed essi hanno commesso azioni indegne: sono colmi di ogni ingiustizia, di malvagità, di cupidigia, di malizia; pieni d’invidia, di omicidio, di lite, di frode, di malignità; diffamatori, maldicenti, nemici di Dio, arroganti, superbi, presuntuosi, ingegnosi nel male, ribelli ai genitori, insensati, sleali, senza cuore, senza misericordia. E, pur conoscendo il giudizio di Dio, che cioè gli autori di tali cose meritano la morte, non solo le commettono, ma anche approvano chi le fa.» (Rom 1, 16-32)
Non è colpa mia. Io non c’entro niente: non le ho scritte io queste parole, e anche la traduzione non è mia, ma è quella della CEI fatta nel 2008.
Dico solo: “Roma, abbiamo un problema”. Che facciamo, continuiamo a far finta di niente, trattando san Paolo come il nonno rimbambito, sulle cui scempiaggini si sorvola scuotendo la testa, ma che non si ha (ancora) il coraggio di mandare all’ospizio, perché ogni tanto dice ancora qualcosa di carino (per esempio “l’inno all’amore” di prima Corinti, che è così bello e sta così bene ai matrimoni, di qualunque tipo …)? Si può fare, e di fatto lo si fa. Ma per questa via non si finirà per far finta che nella Sacra Scrittura non ci sia scritto niente, se non quel che piace al mondo oggi?
P.S. Qualcuno dirà che gli esegeti possono spiegare, contestualizzare, storicizzare, circoscrivere e in definitiva rettificare queste parole. Certo. Gli esegeti. Ma gli esegeti, a mettersi nelle loro mani, finiscono anche per segare il ramo su cui la chiesa sta. Credetemi, il problema resta. Ed è, precisamente, il caso serio di cui parlava tanti anni fa Hans Urs von Balthasar in un profetico libretto, che ogni tanto mi rileggo.
IMMATURO IRRESPONSABILE ha detto:
Assolutamente imperdibili le lezioni di don Morselli attorno all’ omoeresia (6 puntate su DogmaTV); e le ultime due sono proprio sulle manipolazioni della Commissione Biblica (!). Chi non le conosca, le recuperi: incredibile ciò che il bravo sacerdote bolognese, con perizia, denuncia.
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Vanni ha detto:
E qui una drammatica lettera dalle catacombe austriache
https://www.aldomariavalli.it/2021/06/27/lettera-dallaustria-noi-genitori-cattolici-in-preda-allideologia-lgbtq-e-senza-veri-pastori/
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Maria Cristina ha detto:
San Paolo c’era. E c’e’oggi in Paradiso insieme agli altri Santi
Oggi nel nostro mondo c’e’padre James Martin gesuita pro LBGTQ+ a cui pare Bergoglio , negli stessi giorni della bagarre per il DDL Zan, abbia scritto una lettera autografa per incoraggiarlo nella sua pastorale molto incoraggiante verso il movimento LGBTQ+ in America.Lettera papale a cui oggi la stampa da la dovuta pubblicita’.
Quell’America dove un ex-cardinale ,per anni il piu’potente cardinale americano, McCarrick ha vissuto in pieno lo stile di vita omosessuale , con tanto di orge in ville al mare con piscina, degne delle piu’hard sceneggiature di Hollywood, anche se ipocritamente “nascosto” ( ma davvero nessuno sapeva o vedeva?)
Forse San Paolo sara’ estromesso dal Canone Biblico perche’omofobo. per la mentalita’di oggi. La Cancel Culture cancellera’ quei passi delle sue Lettere in cui si puo’trovare un incitamento all’odio e discriminazione verso le persone LGBQT+
Io non mi stupisco piu’di nulla. Quando 15 nazioni europee e il nostro Draghi si mostrano virtuosamente sdegnate e disgustate contro Orban per le leggi “discriminatorie”dell’Ungheria , leggi che , a guardare bene, consistono solo nel vietare pornografia e materiale di propaganda LGBTQ sotto i 18 anni , ormai vuol dire che la lobby arcobaleno ha vinto alla grande .
San Paolo , proteggi dall’alto dei cieli le nostre famiglie e soprattutto la ‘, i bambini e ragazzi, che sono la preda del mostro famelico . Fa’che non vengano indottrinati fin dall’Asilo Nido alla Giornata dell’Orgoglio gay .
Pensavo tu, caro San Paolo, perche’papa vescovi e cardinali, e teologi sono gia’passati sotto le bandiere arcobaleno, e di te ,caro San Paolo, se ne infischiano.
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Fiorenza ha detto:
Ho riletto tutti i post su von Balthasar: sono preziosi, sono belli. Non mi ricordavo che fossero così tanti. Raccoglierli insieme, e pubblicarli in un piccolo libro (uno di quelli da portare sempre con sé per leggerne una frase “al bisogno”, come si prende una medicina, secondo me oggi è necessario. E sarebbe un’opera buona.
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Fiorenza ha detto:
Lunedì 28 Giugno 2021
Messa del Giorno
Martirologio Romano: Memoria di sant’Ireneo, vescovo e martire.
Prima Lettura
Gen 18,16-33
“Quegli uomini (gli ospiti di Abramo) si alzarono e andarono a contemplare Sòdoma dall’alto, mentre Abramo li accompagnava per congedarli.
…….
Disse allora il Signore: «Il grido di Sòdoma e Gomorra è troppo grande e il loro peccato è molto grave….».
……..
Abramo gli si avvicinò e gli disse: «Davvero sterminerai il giusto con l’empio? Forse vi sono cinquanta giusti nella città: davvero li vuoi sopprimere? E non perdonerai a quel luogo per riguardo ai cinquanta giusti che vi si trovano? Lontano da te il far morire il giusto con l’empio, così che il giusto sia trattato come l’empio; lontano da te! Forse il giudice di tutta la terra non praticherà la giustizia?». Rispose il Signore: «Se a Sòdoma troverò cinquanta giusti nell’ambito della città, per riguardo a loro perdonerò a tutto quel luogo».
Abramo riprese e disse: «Vedi come ardisco parlare al mio Signore, io che sono polvere e cenere: forse ai cinquanta giusti ne mancheranno cinque; per questi cinque distruggerai tutta la città?». Rispose: «Non la distruggerò, se ve ne troverò quarantacinque».
Abramo riprese ancora a parlargli e disse: «Forse là se ne troveranno quaranta». Rispose: «Non lo farò, per riguardo a quei quaranta».
Riprese: «Non si adiri il mio Signore, se parlo ancora: forse là se ne troveranno trenta». Rispose: «Non lo farò, se ve ne troverò trenta».
Riprese: «Vedi come ardisco parlare al mio Signore! Forse là se ne troveranno venti». Rispose: «Non la distruggerò per riguardo a quei venti».
Riprese: «Non si adiri il mio Signore, se parlo ancora una volta sola: forse là se ne troveranno dieci».
……………. “
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Fiorenza ha detto:
“…Così, per l’intercessione di Abramo, Sodoma potrà essere salva, se in essa si troveranno anche solamente dieci innocenti. È questa la potenza della preghiera. Perché attraverso l’intercessione, la preghiera a Dio per la salvezza degli altri, si manifesta e si esprime il desiderio di salvezza che Dio nutre sempre verso l’uomo peccatore. Il male, infatti, non può essere accettato, deve essere segnalato e distrutto attraverso la punizione: la distruzione di Sodoma aveva appunto questa funzione. Ma il Signore non vuole la morte del malvagio, ma che si converta e viva (cfr Ez 18,23; 33,11); il suo desiderio è sempre quello di perdonare, salvare, dare vita, trasformare il male in bene. Ebbene, è proprio questo desiderio divino che, nella preghiera, diventa desiderio dell’uomo e si esprime attraverso le parole dell’intercessione. Con la sua supplica, Abramo sta prestando la propria voce, ma anche il proprio cuore, alla volontà divina: il desiderio di Dio è misericordia, amore e volontà di salvezza, e questo desiderio di Dio ha trovato in Abramo e nella sua preghiera la possibilità di manifestarsi in modo concreto all’interno della storia degli uomini, per essere presente dove c’è bisogno di grazia. Con la voce della sua preghiera, Abramo sta dando voce al desiderio di Dio, che non è quello di distruggere, ma di salvare Sodoma, di dare vita al peccatore convertito.
E’ questo che il Signore vuole, e il suo dialogo con Abramo è una prolungata e inequivocabile manifestazione del suo amore misericordioso. La necessità di trovare uomini giusti all’interno della città diventa sempre meno esigente e alla fine ne basteranno dieci per salvare la totalità della popolazione….. una piccola particella di bene da cui partire per salvare un grande male. Ma neppure dieci giusti si trovavano in Sodoma e Gomorra, e le città vennero distrutte. Una distruzione paradossalmente testimoniata come necessaria proprio dalla preghiera d’intercessione di Abramo. Perché proprio quella preghiera ha rivelato la volontà salvifica di Dio: il Signore era disposto a perdonare, desiderava farlo, ma le città erano chiuse in un male totalizzante e paralizzante, senza neppure pochi innocenti da cui partire per trasformare il male in bene. Perché è proprio questo il cammino della salvezza che anche Abramo chiedeva: essere salvati non vuol dire semplicemente sfuggire alla punizione, ma essere liberati dal male che ci abita. Non è il castigo che deve essere eliminato, ma il peccato, quel rifiuto di Dio e dell’amore che porta già in sé il castigo. Dirà il profeta Geremia al popolo ribelle: «La tua stessa malvagità ti castiga e le tue ribellioni ti puniscono. Renditi conto e prova quanto è triste e amaro abbandonare il Signore, tuo Dio» (Ger 2,19). È da questa tristezza e amarezza che il Signore vuole salvare l’uomo liberandolo dal peccato. Ma serve dunque una trasformazione dall’interno, un qualche appiglio di bene, un inizio da cui partire per tramutare il male in bene, l’odio in amore, la vendetta in perdono. Per questo i giusti devono essere dentro la città, e Abramo continuamente ripete: «forse là se ne troveranno …». «Là»: è dentro la realtà malata che deve esserci quel germe di bene che può risanare e ridare la vita. E’ una parola rivolta anche a noi: che nelle nostre città si trovi il germe di bene; che facciamo di tutto perché siano non solo dieci i giusti, per far realmente vivere e sopravvivere le nostre città e per salvarci da questa amarezza interiore che è l’assenza di Dio. E nella realtà malata di Sodoma e Gomorra quel germe di bene non si trovava.”
https://www.vatican.va/content/benedict-xvi/it/audiences/2011/documents/hf_ben-xvi_aud_20110518.html
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Ubi humilitas, ibi sapientia. ha detto:
“Roma, abbiamo un problema”
Magari ne avessimo uno solo di problemi…
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