A quanto ne so, lo stato francese si sta preparando a far morire di fame e di sete Vincent Lambert perché ha deciso che la sua è una vita non degna di essere vissuta. Morire di fame e di sete dev’essere una delle cose più terribili che si possono pensare, ma dicono che sarà sedato, che non sentirà niente … Balle. In realtà non lo sanno. A dire le cose come stanno, in senso generale nessuno sa mai che cosa e come soffre l’altro. Di sofferenza, ognuno conosce veramente solo la propria: quella degli altri, la comprendiamo solo nella misura in cui la condividiamo, cioè in quanto si riverbera su di noi, diventa “nostra” sofferenza.
Solo Dio conosce e capisce la sofferenza di tutti. Pensateci: un cuore, quello di Dio, che è conscio di tutte le sofferenze di ciascuno dei sei o sette miliardi di uomini che ci sono al mondo, le ha continuamente presenti, le sente tutte. E non si spacca. Che Dio non impazzisca dal dolore è la prova che è veramente Dio.
Ma comunque, che morire di fame e di sete sia orribile lo possiamo, almeno in astratto, “capire” anche noi. Perché, dunque, se è la pietà a muovere lo stato francese, non gli somministrano una sostanza che lo uccida istantaneamente, davvero senza sofferenze?
Perché non si può. Perché sarebbe un omicidio. Cioè quello che di fatto è.
Perché pensano di non essere ancora pronti per far accettare alla “opinione pubblica” l’idea che l’omicidio, quando lo decide lo stato, sia una cosa buona. Tra poco ci arriveremo, ma è meglio aspettare ancora un po’. Nel frattempo, Vincent Lambert non solo deve morire, ma deve morire di fame e di sete per non farci dispiacere. Trovo che questo omaggio alla nostra ipocrisia che gli si infligge sia la cosa più oscena di tutte.
Quanto allo stato, questa imponente categoria in cui si compendia il meglio dell’età moderna, non posso che ripetere alla lettera ciò che ho scritto l’altro giorno a proposito del rapimento dei bambini e della distruzione delle famiglie: quando è lo stato a uccidere i suoi cittadini, esso nega la sua stessa ragione d’essere, perde qualsiasi legittimità morale e non è distinguibile – come diceva sant’Agostino – da una banda di criminali, se non per la sua maggiore forza. Continueremo a obbedirgli, ma solo perché ne abbiamo paura. Da schiavi, o da ostaggi, non da cittadini.