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La benedizione di una coppia omosessuale, avvenuta in una chiesa di Budrio, in diocesi di Bologna, durante una messa appositamente celebrata subito dopo la stipulazione in municipio dell’unione civile – di cui dà conto questo articolo della Nuova Bussola Quotidiana: https://lanuovabq.it/it/benedizione-gay-la-diocesi-del-presidente-cei-strappa – mi pare che, comunque la si voglia giudicare, costituisca una oggettiva rottura rispetto all’insegnamento impartito dalla chiesa su questa materia “semper, ubique et ab omnibus”.

Equivale oggettivamente a dire che la chiesa, su questo punto, ha sempre sbagliato, considerando male ciò che era bene, e viceversa. Ammettiamo pure: ma se ha sempre sbagliato su una cosa del genere, che non è certo una bazzecola, non potrebbe aver sbagliato su tutto il resto? E se è così, su quale base vescovi e preti pensano di poter salvaguardare anche solo un minimo brandello di autorità del magistero della chiesa? Qualunque cosa la chiesa insegni, sarà accettata solo se piace. E a nessuno si potrà chiedere un assenso di fede fondato sul riconoscimento che essa è depositaria dell’insegnamento di Cristo, perché chiunque potrà obiettare: “vi sbagliate, avete frainteso, non avete capito bene, così come vi è già successo riguardo ai rapporti omosessuali, l’indissolubilità del matrimonio e tante altre faccende …”.

Qualcuno sa come si potrebbe replicare a un’obiezione così ragionevole?